ELVIO CHIRICOZZI – CI SI ARRENDE SEMPRE A QUALCOSA DI SEMPLICE

{"slide_to_show":"1","slide_to_scroll":"1","autoplay":"true","autoplay_speed":"6000","fade":"false","speed":"666","arrows":"true","dots":"false","loop":"true","nav_slide_column":"3","rtl":"false"}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

ELVIO CHIRICOZZI

CI SI ARRENDE SEMPRE A QUALCOSA DI SEMPLICE

14.04.- 03.11.2019

Opening Domenica 14 Aprile dalle ore 11

Ci si arrende sempre a qualcosa di semplice è il lavoro che l’artista Elvio Chiricozzi porta al Castello di Rivara il 14 aprile 2019 per l’apertura della stagione espositiva.

In mostra cinque opere, che affiancano l’installazione permanente  “La stanza del Cielo” (realizzata dall’artista per il Castello nel 2013), attraverso le quali Chiricozzi ci restituisce la sua visione di fenomeni, che pur mutando continuamente di forma, non rinunciano alla loro identità; fenomeni ripresi con la fiducia di chi osserva e usa il cielo da sempre, da quello d’Etruria delle origini a quello di una Roma adottiva ed eletta a musa senza principio né fine.

Nell’impressione che la Classicità sia un universo mobile e non un totem intoccabile, Chiricozzi vive lo slancio dell’improvvisatore e la compostezza del progettista attraverso una ricerca che pone in evidenza in modo trasparente il rapporto tra invenzione e automatismo.

La relazione che intrattiene con il cielo è essa stessa un rapporto di lavoro e di responsabilità, un iter creativo fatto di operazioni minuziose, pazienti, guardando alle nubi come metafora dell’essere, dove “l’attenzione verso il mondo ci rende caleidoscopici, mentre l’identità non muta” e giunge alla forma che riposa dietro le mutevoli vicissitudini dell’attimo.

La direzione ossessiva di una gestualità minuta, allo stesso tempo somma e differenza di atti di tensione e distensione corporea, è praticamente incisione poetica e come tale è compagna della spada, della matita e della pazienza; si fa misurare in mesi e non in metri, e poi, all’improvviso, in attimi.
Il momento del dubbio o la sospensione dell’incanto diventano qui “privi di tempo.

E mentre la forma è splendente di figurazione, il piccolo passo, la misura che costruisce il ritmo di base, è frequenza sistematica e segreta.

 

testo a cura di Fabio Vito Lacertosa

Artisti Correlati

ELVIO CHIRICOZZI

© Copyright - Castello di Rivara