BOZ LEGEND – JULIEN FRIEDLER
BOZ LEGEND
JULIEN FRIEDLER
07.05 – 18.06.2017
Julien Friedler (Bruxelles,1950) è una figura singolare nel panorama dell’arte contemporanea. Il passato letterario, la formazione come psicanalista, l’amore per la filosofia e la scrittura di diverse opere erudite, nonché il suo gusto per i viaggi e per l’incontro con realtà diverse e spesso lontane hanno edificato la base di un pensiero labirintico che vede nelle arti visive un’emblematica ipotesi realizzativa. Dipinti, sculture e installazioni sono i portavoce di un immaginario ricolmo, e costituiscono i segni visibili di una verità mitica che l’artista sviluppa attraverso tematiche dal taglio molto personale.
L’esposizione al Castello di Rivara esplora la complessità dell’immaginario dell’autore: oltre 50 opere per viaggiare nella mondo pittorico e installativo dell’artista dal 2010 al 2017. Dipinti, tra quali Le Phoenix, Le Maître des couleurs (ultime opere di grande formato), sculture, installazioni, personaggi fantasmagorici dal carattere onirico e primitivo, creano un caleidoscopio espressivo. Non mancano i suoi personaggi ironici, i cosiddetti Schnarks, che accompagnano una ricca produzione pittorica. Nella sua arte, Friedler procede secondo modalità quasi ipnotiche, senza vincolo di soggetti, di materiali messi in opera, definendo così un ritmo, un modo d’espressione informale. La sua energia in espansione deriva dalla capacità di dissociazione e introspezione che applica a se stesso prima di interessarsi agli altri, scoprendo nell’altro le motivazioni più intime. Un viaggio per esplorare l’animo umano nella sua complessità atavica e universale.
L’artista belga si fa portatore di una visione umanista, delineata tramite le opere ma anche con un’attività di condivisione che porta avanti attraverso Spirit of Boz, associazione nata per instaurare – praticando l’espressione orale, letteraria, pittorica e creativa in generale – scambi e legami, costituendo così una comunità di pensieri e testimonianze su realtà individuali e collettive, provenienti da svariati luoghi del mondo. Tale realtà esprime l’urgenza di riconciliare azione e contemplazione, nell’intento di promuovere un pensiero umanista e catartico, illustrato da alcuni video che ripercorrono le esperienze di arte sociale, condotte da Friedler con il programma Spirit of Boz. Il suo universo, in evoluzione permanente, comporta sfaccettature contrapposte, le une d’ispirazione collettiva, le altre di meditazione individuale. È a quest’ultimo aspetto che appartengono tanto la produzione pittorica quanto le installazioni intitolate Schnarks.
Il lavoro si cristallizza anche in una dimensione più concettuale, vicina ai codici del movimento Fluxus, questa parte rappresenta un tentativo di fusione tra diverse forme espressive. L’arte come supporto di scambio e comunicazione. Non vi è più oggetto privilegiato, sacralizzato dalla denominazione “arte”, ma una base comune di scambio che si traduce in proposte, gesti e azioni dal tono collettivo e dai risultati aperti. Seguendo la natura filosofica di quest’approccio, Friedler ha concepito l’installazione La Forêt des Âmes (La Foresta delle anime), che viene presentata in mostra, un lavoro ambizioso e partecipativo promosso dall’associazione Spirit of Boz.
La sua carica emotiva e sensibile, la capacità introspettiva, arricchita da una conoscenza dei meccanismi segreti degli esseri umani, sviluppata nel progetto di Boz ma nutrita anni addietro attraverso la psicanalisi, alimenta l’immaginario pittorico di un artista inclassificabile e sfuggente. Le sue opere sono abitate da spiriti invisibili, da ombre furtive che vagano in universi eterei. Legati a una solida ispirazione informale, i quadri di Friedler, inquietanti ma anche colorati e aerei, definiscono una pittura di armonie sottili, che riflette il suo interesse per le conoscenze subliminali del mondo.
Mostra a cura di Dominique Stella e promossa dall’Associazione Spirit of Boz